Eccoci di nuovo,
ritrovarsi in momenti bui, dove siamo in balia di chi abbiamo (o non abbiamo) votato, di chi non abbiamo combattuto, di chi siamo anche noi, purtroppo...
Non si tratta solo di sesso, ma di idee, di vita e di morte, di diritti, violenze, leggi, ronde, immigrazioni, persino cibo e canzonette.
Ogni aspetto della vita viene ritorto. Il Papa decide che leggi dobbiamo fare, la violenza alle donne, terribile da sempre, diventa giustificazione per ronde e per una vita militarizzata, controllata, non più sicura o più libera.
Se il diritto a morire, a cercare lavoro, a mangiare cibo etnico, ci viene negato come scelta, immaginate che cosa ne sarà delle unioni omosessuali, dei rapporti liberi, delle nostre teste.
Come libertà sessuale ci resta quella che può dare soldi, sfruttare, creare giri d’affari e di mafie, scambi di potere.
La libertà di scelta, di pensare una cosa diversa, di avere un desiderio fuori dagli stereotipi e dai valori economici diventa una lotta che ognuno deve condurre.
Usiamo tutti i mezzi che possiamo, internet, la carta stampata, la parola, ma alla base è continuare a pensare e difendere le nostre, tutte le nostre, diversità.
Oggi, come quando è nata, «Blue» ha questo motivo sotto.
Il sesso allegro, chiedete sempre, e storie belle, forti. Lo cerchiamo anche noi, lo cerco sempre. Ma non sempre è così. Il sesso è in tanti modi e, come tutte le passioni porta grandi gioie e sofferenze.
Per poter dire di più, comunicando e ricevendo da più persone, «Blue» va a morire, come la mitica Fenice, dalle sue ceneri rinascerà un altra «Blue», diversa e nuova e sempre «Blue» nel cuore. Perché questo è il momento per dire e per godere al di là delle leggi, delle restrizioni, dei moralismi e dei razzismi.
Non tutte le storie possono essere felici, perché la vita non lo è. Ma belle sì, sempre, almeno su carta.
Laura Scarpa
Questo scrivevo quasi due anni fa… lo scrivevo sulle pagine di «Blue» mentre cominciavamo il conto alla rovescia e iniziava l’attesa della nuova rivista.
«Touch» è nata mentre la crisi economica non accennava a svanire, mentre la crisi politica era sempre più colorata da avventure sessuali, hard e mignottesche. Politici mignotti, sesso come potere, come allontanamento da responsabilità, tutto quello che «Touch» e il sesso non sono.
La sessualità è libertà, espressione, allegria e anche dolore. Che tempi sono questi (oh, lo sono sempre stati, forse, ma oggi peggiorano) in cui il sesso è sempre più merce per vendita di bibite e di poltrone dei potenti, volgarità da prima serata, pastiglie blue, protesi sessuali e prodotti per minorenni troppo emancipate, mentre scandalizza ancora la convivenza tra coppie lesbo e gay, il riconoscimento dei propri desideri e un paio di tette disegnate a pastello?
Non è tempo per «Touch»? o forse l’edicola sta veramente esalando l’ultimo respiro per tutto quello che non è mega-produzione.
Fatto si è che abbiamo venduto troppo poche copie.
Tutto qui.
Poche copie.
100 abbonati e 2500 copie vendute non bastano.
In questo momento non abbiamo la forza di continuare la pubblicazione a perdere (tanto).
«Touch» dunque chiude presto le sue ali di Fenice fiammeggiante. Ma non è una morte. La rivista da edicola non trova spazio, ma altre strade, altri luoghi ci aspettano per parlare e vedere i corpi e il sesso di oggi, fuori dagli schemi che ci vogliono imporre.
Ci vedremo qui nella rete, stiamo pensando a nuove soluzioni, pdf, libri, speciali da edicola…
Per gli abbonati sono previste diverse forme di resa (in contanti o cartacea), per i lettori che ci hanno trovato in edicola e per quelli che ci hanno cercato senza trovarci, ahimè, nuovi progetti, su cui sarete aggiornati seguendoci qua.
Intanto, amanti dei piedi, o curiosi del disegno e dell’eros, uscirà a febbraio il libro disegnato di Manuel Poggi, uno sguardo ironico e molto sexy sulle estremità femminili e un modo elegante e divertito di giocare col corpo e con la china.
Nonostante tutto: Buon 2011, spero sempre assieme a noi
Laura Scarpa e Francesco Coniglio
Per continuare a sorridere eccovi gli splendidi piedini di Manuel Poggi
per ridere un po', un link sul sesso di plastica...